“SOTTO IL SEGNO DELLA BILANCIA DI FABIO DE NUNZIO Il “Buon Fabio” si sbilancia Questa volta non sta zitto
L’inviato di Striscia la Notizia parla del suo libro dedicato ai problemi delle persone obese
Il “buon Fabio” si sbilancia Questa volta non sta zitto.
Per parlare della difficile condizione degli obesi il “buon Fabio” (all’anagrafe Fabio De Nunzio), arcinoto inviato di Striscia la notizia in coppia con Mingo, si è messo a scrivere, e qualche mese fa ha pubblicato per Aliberti Editore un libro sull’argomento dal titolo “Sotto il segno della Bilancia” salutato da un grande interesse di pubblico.Tra unincontro pubblico euna registrazione televisiva, Fabio ha trovato il tempo per una conversazione esclusiva con Bari Racconta.
Dunque Fabio, come nasce questo libro?
Mi capita spesso di incontrare persone col problema dell’obesità e quasi sempre mi arriva da loro la richiesta di occuparmi dell’argomento.
La vita di un obeso non è facile: in un mondo è pensato per i magri, sono infinite le barriere architettoniche e psicologiche che incontriamo quotidianamente.
Un tema vastissimo per il quale non sarebbero bastate cento puntate di striscia, per questo ho deciso di scrivere un libro che parlarne diffusamente. Per sensibilizzare l’opinione pubblica, ma anche per chiedere ai decisori politici, locali e nazionali, interventi per correggere situazioni negative.
Nel libro parli della tua come di un’obesità “leggera” perché non influisce sul tuo umore. Pensi che l’essere un personaggio televisivo amato ti abbia aiutato a convivere con il problema?
Sicuramente sì: essere un personaggio televisivo, mi mette al riparo dai tanti pregiudizi con cui gli obesi convivono ogni giorno.Ma il fatto che oggi io non li viva non toglie che li abbia patiti fino a qualche anno fa, quando ancora non ero famoso: ahimè,parlo di cose che conosco molto bene.
Cosa intendi per pregiudizio?
Ti rispondo con una domanda: hai mai visto una ragazza obesa, per esempio, alla cassa di un negozio di abbigliamento?È solo un esempio, ma ne avrei tanti altri.
Le persone obese subiscono in molti ambienti un’autentica discriminazione.
Tra i tanti ambiti in cui siamo penalizzati, il lavoro è forse il più grave, poiché l’assenza di lavoro porta spesso a chiudesi in casa, alla solitudine e spesso alla depressione. Un circolo vizioso duro da invertire.
L’obesità come invalidità: un italiano su tre è inutilmente e pericolosamente grasso, specie al sud.
Nel libro parlo, per il nostro paese, di “emergenza obesità” e noi in Puglia siamo messi molto male.
Un problema ancor più grave se si pensa che in Italia i bambini a rischio obesità in Italia sono il 36%.
Bisognaintervenire concretamente. Un ruolo fondamentale possono giocarlo le scuole, con programmi mirati di educazione alimentare per i bambini, ma anche per i genitori.
Serve un cambio nello stile di vita:educare a un’alimentazione equilibrata e sana, fare, quando è possibile, attività fisica. Tanti bambini passano la maggior parte del tempo davanti alla televisione o con un video gioco in mano; in questo gli adulti hanno grandi responsabilità.