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RIFORMA TERZO SETTORE: ANMIC DISPONIBILE AL DIALOGO CON IL GOVERNO

La riforma del Terzo settore è da tempo nell’agenda del Governo Renzi. Già da questa estate sono state avviate le consultazioni su temi che avranno un forte impatto sociale e culturale andando ad incidere sul mondo del volontariato e dell’associazionismo. Per questo l’ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili) che dal 1965 opera su tutto il territorio nazionale con circa 200.000 aderenti, è pronta a dare il proprio apporto al dibattito in corso. Nelle linee giuda della riforma si legge che il riordino del Terzo Settore è funzionale rispetto alla visione di un nuovo modello di Welfare fondato su processi partecipativi con l’istituzione anche di una Autorità di Vigilanza. “Si tratta  – spiega il presidente nazionale dell’ANMIC Giovanni Pagano – di concetti già inseriti in un’altra legge di riforma del sistema e cioè la 328 del 2000. In questa norma si era pensato di costruire un sistema integrato di servizi pubblici e soggetti privati. Ma l’aver inserito questi nuovi attori all’interno di un sistema lento e farraginoso non ha fatto altro che bloccare tutto il sistema”. Quello che è mancato nella passata riforma è stato quindi un raccordo tra pubblico e privato. Non sono stati individuati i servizi che lo Stato e gli enti pubblici in generale devono erogare e quelli da affidare alle organizzazioni non profit. Non è stata mai creata una ‘Agenzia speciale’ che raggruppasse organi rappresentativi sia statali che appartenenti al Terzo settore e che programmasse e coordinasse  l’attività in genere e avesse infine appositi uffici che riunissero  Stato e soggetti privati coinvolti. Insomma è mancata un vera e propria sinergia tra Stato e Terzo settore. Tutto questo poi deve anche fare i conti con una nuova riorganizzazione economica del settore. “Bene il potenziamento delle agevolazioni fiscali e l’incremento dei contributi – conclude Pagano –  ma serve anche la stabilizzazione e se fosse possibile anche l’aumento del 5 per mille oltre ad un innalzamento del tetto dei contributi assegnabili”.

Per fare in modo che tutto questo funzioni davvero serve l’apporto di tutti per questo l’ANMIC ha fatto sapere al Governo che è pronta a partecipare al dibattito e alla riforma in corso, solo attraverso una forma partecipata di riordino del Terzo settore si potrà arrivare ad un risultato pienamente condiviso da tutte le parti in causa.

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