PARCHEGGI PER DISABILI, CARADONNA: "TOMMY ANCHE A BARI"
Per ora la sperimentazione è iniziata dalla Capitale ma presto potrebbe estendersi anche al resto d’Italia, e quindi anche a Bari, se il Ministero dei Trasporti dovesse dare l’ok. La storia di Tommy il dispostivo che non permette la sosta a chi non è l’assegnatario del posto per disabili, risale a qualche mese fa, quando è stato ideato da Automobile Club romana, Aci Consult e Insettopia onlus e prende il nome dal figlio del giornalista Gianluca Nicoletti, promotore dell’iniziativa. La prima versione però era stata bocciata all’inizio di settembre dal Ministero con questa motivazione: “Il dispositivo, occupando l’area di parcheggio, non consente la semplice fermata a chi ne abbia necessità per una manovra, costituisce un ostacolo e potrebbe considerarsi vera e propria occupazione di suolo pubblico”. Ora però pare che Tommy sia tornato più forte di prima. La seconda versione infatti è stata presentata a Roma qualche giorno fa durante la “Settimana europea della mobilità sostenibile”. Si tratta di una vera e propria palina di sosta con un microcomputer e una telecamera all’interno. Il dispositivo rileva l’occupazione del posto, se entro un breve intervallo di tempo non viene dato il comando di riconoscimento scatta un allarme acustico, che può essere disattivato solo con il telecomando di cui è dotato l’assegnatario del posto. Il dissuasore si alimenta con un pannello fotovoltaico.
“Finalmente potremo dire addio ai furbetti che lasciano l’auto in sosta nei parcheggi riservati ai disabili – spiega il presidente provinciale dell’Anmic Bari Michele Caradonna – si tratta di un malcostume che non è stato certo debellato con la famosa scritta “se vuoi il mio posto prenditi anche il mio handicap”. Mi piacerebbe che la sperimentazione venisse fatta anche a Bari visto che qui come in tante altre città quando si trova un posto vuoto subito si parcheggia senza controllare se si tratta di un posto per disabili ‘generico’, o ancora peggio di uno riservato con tanto di numero di identificazione. “Tanto mi fermo solo qualche minuto” è la classica scusa che si sente spesso dire da chi non comprende sino in fondo che quei posti hanno una ragione di esistere anche per ‘qualche minuto’ visto che sono posizionati in punti strategici come all’ingresso di uffici pubblici, scuole o ospedali. Tommy naturalmente non può che risolvere un problema immediato come quello di un disabile che non può lasciare la sua auto sotto casa, ma servirebbe ben altro per cambiare la mentalità di quanti non hanno rispetto per chi diversamente da loro ha difficoltà di deambulazione o altre disabilità e che per veder riconosciuto un suo sacrosanto diritto è costretto a chiedere l’intervento dei vigili urbani”.