SANITÀ, LUCI E OMBRE SECONDO L’ANGENAS
Secondo il rapporto del ‘Programma Nazionale Esiti’ presentato dall'Agenas, l'Agenzia per i servizi sanitari regionali, per conto del ministero della Salute, migliorano gli standards qualitativi degli ospedali italiani e la performance del Servizio Sanitario Nazionale, ma ci sono ancora troppe differenze tra le varie regioni.
In generale si registra un aumento del numero degli interventi chirurgici effettuati nei tempi stabiliti dalle linee guida internazionali. Positivi i parametri per la frattura del femore e quelli per angioplastica, calano inoltre i ricoveri impropri: ad esempio il tasso di ospedalizzazione per gastroenterite pediatrica, si è ridotto dal 2,2% all'1,3%. Sul piano dei parti ci sono in tutta la Penisola ancora 133 strutture che effettuano meno di 500 parti l'anno, standard minimo fissato dal Ministero. Infine la percentuale degli interventi legati a patologie tumorali: nell'80% degli ospedali sono ancora troppo pochi. Scorrendo le risultanze per la Puglia ci sono ancora molte criticità: criticità legate all’infarto soprattutto nella proporzione di trattati con angioplastica entro 48h dove, in alcuni ospedali come il S. Paolo di Bari, non si raggiunge l’1% quando la media italiana è del 30%. Esiti negativi anche sui tempi d’intervento per la frattura del femore.
Vanno meglio invece i dati relativi alla mortalità a 30 giorni dal ricovero per una broncopneumopatia cronica ostruttiva riacutizzata in questo caso le prime cinque strutture analizzate danno esiti tre volte al di sopra della media. Male ancora le performance sui tagli cesarei primari. La proporzione è infatti passata dal 29% del 2008 al 26% del 2013. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità una proporzione di cesarei superiori al 15% non è giustificata dato che comporta maggiori rischi per la donna e per il bambino.