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“MIGRANTI IN FAMIGLIA? ESTENDIAMO L’INIZIATIVA AI DIVERSAMENTE ABILI

Polemiche a parte tra il sindaco di Bari Antonio Decaro e il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, l’iniziativa comunale dall’assessorato al Welfare, di predisporre una scheda per tutti i cittadini che vorranno accogliere i migranti all’interno della propria abitazione, rappresenta certamente una novità e un primo passo concreto verso l’accoglienza. Quello che mi auspico è che iniziative di questo tipo possano anche essere estese a cittadini baresi e a diversamente abili spesso senza casa e costretti a vivere con una pensione che non permette nemmeno di condurre una esistenza dignitosa”.

Così il consigliere comunale capogruppo del Gruppo Misto Michele Caradonna  ha commentato l’iniziativa del Comune di Bari di predisporre una lista di cittadini pronti ad accogliere un migrante in famiglia. Intanto la macchina burocratica procede e già nelle prossime settimane prenderanno il via i primi incontri formativi coordinati dall’ufficio Immigrazioni del Comune di Bari e il progetto di affido gestito dalla cooperativa Gea per consentire agli interessati di ricevere tutte le informazioni necessarie. Saranno organizzati incontri motivazionali e percorsi informativi e formativi a carattere sociale, psicologico e legale sulla procedura di ospitalità e su eventuali altre forme di accoglienza e sostegno, come l’affido di un minore migrante non accompagnato.

“Trattandosi di una procedura sperimentale che non ha precedenti in Italia – si legge in una nota dell’assessora al Welfare Francesca Bottalico – è necessario tutelare sia i cittadini disponibili ad accogliere i migranti sia gli stessi migranti, affinché siano consapevoli delle rispettive responsabilità e possano contare su una rete istituzionale e informale di riferimento. Intendiamo così supportare lo slancio di generosità di diverse persone che sentono di poter dare il proprio contributo a donne, uomini e minori costretti a fuggire dalla guerra e dalla povertà, evitando però che vi siano improvvisazioni o situazioni estemporanee. Stiamo quindi lavorando per disciplinare delle procedure per l’individuazione delle famiglie e dei beneficiari, le modalità di programmazione e di monitoraggio e per organizzare eventuali spazi di confronto tra le famiglie ospitanti, in modo da coordinare tutti i soggetti coinvolti. Mi riferisco, in particolare, a chi si occupa di progetti SPRAR territoriali, alla Prefettura, ai servizi sociali e al progetto affido del Comune di Bari, che è essenziale nel caso vi siano anche minori non accompagnati. In questo modo possiamo garantire un percorso che miri al recupero dell’autonomia da parte dei migranti e all’emancipazione dallo stesso bisogno di accoglienza”. 

 

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