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IMPORTI E LIMITI REDDITUALI PER L’ACCESSO ALLE PROVVIDENZE ECONOMICHE PER GLI INVALIDI CIVILI. Caradonna-ANMIC: “incredibile gli importi sono identici al 2015 e per ora non sono esclusi dal calcolo dell’ISEE.

L’INPS ha provveduto a pubblicare i nuovi importi ed i limiti reddituali per l’anno 2016 per l’accesso alle provvidenze economiche per gli invalidi civili.

Nessun cambiamento per quanto riguarda la pensione, l’assegno mensile e l’indennità di frequenza i cui importi e limiti di reddito sono rimasti uguali a quelli per l’anno 2015.

L’unico aumento si riscontra per quanto riguarda l’indennità di accompagnamento pari a € 512,34: ben € 4,85 in più rispetto al 2015!

“Lo Stato negli ultimi mesi ha attivato – evidenzia Michele Caradonna Presidente dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili (ANMIC) provinciale di Bari – numerose politiche sociali a sostegno di famiglie e lavoratori, ma non si capisce per quale motivo le difficoltà della categoria degli invalidi civili non sono mai prese in considerazione, pur trattandosi di una categoria svantaggiata per la quale la pensione o l’assegno mensile, rappresenta nella maggioranza dei casi, l’unica fonte di sussistenza … ma può un invalido vivere con meno di € 280,00 al mese?! (Attenzione l’importo è erogabile qualora non si superi il reddito LORDO annuo pari a 4.800,38).

         L’esclusione dal computo dei redditi ai fini Isee di pensioni di invalidità e di indennità di accompagnamento dei disabili ha da sempre costituito per l’ANMIC un principio inderogabile, sostenuto fin dall’inizio dall’inizio della riforma dell’indicatore economico per l’accesso alle prestazioni assistenziali. Sulla questione è intervenuta del resto anche la magistratura amministrativa che ha dichiarato la illegittimità della qualificazione come “reddito” delle prestazioni economiche previste per i soggetti disabili. Attualmente si attende la decisione del Consiglio di Stato dopo la discussione di merito, avvenuta nei giorni scorsi.  Sarebbe quindi stato un importante segnale di attenzione da parte della politica e delle istituzioni introdurre – prima della decisione del giudici – la modifica tanto attesa già in occasione dell’approvazione della legge di stabilità 2016, che costituisce appunto lo strumento fondamentale di programmazione e scelta della politica economica del Governo.

“Si tratta purtroppo – conclude Michele Caradonna – di una occasione mancata che non garantisce nei fatti il pieno accesso dei cittadini con disabilità alle prestazioni assistenziali previste per legge dallo Stato e dagli Enti locali. Nell’attesa della decisione del Consiglio di Stato, chiediamo fin d’ora l’impegno dell’Esecutivo a correggere al più presto una norma estremamente iniqua e penalizzante per i disabili e le loro famiglie”.

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