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INCHIESTA SU APPALTI TRUCCATI DA ALTAMURA AD ACQUAVIVA SINO ALLA GIUNTA REGIONALE: 12 GLI ARRESTATI E DIVERSI INDAGATI

Sono 12 le persone arrestate, di cui due in carcere e gli altri ai domiciliari, tra imprenditori e pubblici ufficiali finiti nel mirino dei carabinieri di Bari e dei finanzieri del nucleo di polizia tributaria che hanno eseguito i provvedimenti a seguito della doppia inchiesta della Procura di Bari su un giro di appalti truccati e tangenti. Tra i volti noti il sindaco di un comune della Murgia barese, ai domiciliari, e un assessore regionale, destinatario di un avviso di garanzia e della perquisizione del suo ufficio e dell'appartamento della figlia, che ha rimesso le sue deleghe 'nelle mani del governatore Michele Emiliano.

L'inchiesta, coordinata dai pm Claudio Pinto e Marco D'Agostino, avrebbe smascherato un sistema corruttivo infiltrato nella pubblica amministrazione che contava sulla possibilità di gestire appalti pubblici, grazie alla denuncia di un ex vicesindaco di Acquaviva.

All'assessore regionale si sarebbe rivolto M.S., imprenditore di Polignano e titolare di un salottificio di Modugno, che, secondo gli investigatori avrebbe corrotto l’assessore regionale con arredi domestici per la figlia, per ottenere più facilmente un finanziamento di oltre 2 milioni di euro, per il un noto ristorante di Polignano, fondi del Piano integrato per il turismo.

Filone principale dell'inchiesta è quello che ha travolto amministratori e imprenditori di Altamura, Acquaviva delle Fonti e Castellana Grotte portando ai domiciliari un sindaco e in carcere il vicesegretario Pd e un'imprenditore albanese. Quest'ultimo, a cui sono stati sequestrati circa 300mila euro in contanti, avrebbe offerto al sindaco coinvolto, 15mila euro per entrare negli appalti del Comune. Nel mirino dell'inchiesta ci sono alcuni lavori pubblici sospetti: la ristrutturazione del teatro di Acquaviva delle Fonti (per oltre 3 milioni di euro), il depuratore di Acquaviva, quello di Altamura e la ristrutturazione di una scuola media di Castellana Grotte, la Silvia Viterbo. Tra i reati contestati: due turbative d'asta e una istigazione alla corruzione.

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