Aumentate le pensioni d’invalidità. La politica discuta la nostra proposta di Legge del 2008. – ANMIC

Serve una riforma complessiva del sistema pensionistico degli invalidi civili. È necessario fare un focus sulle persone invalide parziali anche a loro devono essere aumentate le pensioni d’invalidità. Gli invalidi civili parziali pur percependo un assegno pensionistico, non hanno potuto beneficiare della integrazione. Un adeguamento che invece la Corte Costituzionale ha previsto per gli invalidi totali e gli inabili totali.

Excursus storico della proposta di legge popolare di iniziativa popolare

Doveroso un breve excursus storico: ”Noi dell’ANMIC”, puntualizza il presidente professore Nazaro Pagano “tra il 2008 e il 2009 presentammo una proposta di legge di iniziativa popolare raccogliendo oltre 350.000 firme.

Tale proposta fu depositata presso il Senato della Repubblica Italiana e calendarizzata nell’undicesima Commissione Affari Sociali. Tutto questo accadeva oltre 10 anni fa: questa iniziativa ci vide da soli a sollecitare il Parlamento per una riforma complessiva.

La nostra richiesta è semplice aumentare il beneficio economico sia per gli invalidi parziali (74/99 %) che per gli invalidi totali (100%)”. A distanza di 12 anni, dopo sollecitazioni, proposte e suggerimenti, la Corte Costituzionale ha ritenuto che la cifra 290 euro risulta inadeguata per una pensione.

Ma tale adeguamento è stato riconosciuto soltanto alle pensioni di invalidità totale. All’oggi, gli invalidi parziali non hanno beneficiato di nessun aumento: se gli ultrasessantenni avevano già vista adeguata negli anni addietro la loro pensione al cosiddetto “milione” delle vecchie lire.

La somma di 290 euro risulta inadeguata per gli invalidi civili totali tra i diciotto e i sessant’anni ed anche per gli invalidi parziali.

GUARDA L’INTERVISTA – ANMIC INFORMA 13.11.2020
Conduce il prof. Nazaro Pagano Presidente Nazionale ANMIC-FAND

Aumentate le pensioni d’invalidità: le forze politiche scendano in campo in aiuto del mondo della disabilità.

La Corte Costituzionale ha inoltre sollecitato il Governo a concretizzare una riforma relativa ai livelli pensionistici assistenziali. Stesso input è stato da noi ripetutamente inviato alle forze politiche, sia se fossero al Governo o se si trovassero all’opposizione. In un momento di emergenza assoluta dove i servizi domiciliari non vengono erogati, dove le persone con disabilità non ricevono più le adeguate, sarebbe opportuno il sostegno delle forze politiche.

I partiti si stanno prodigando per mettere a punto l’erogazione di ristori di vario genere per numerose categorie ora però dovrebbero provvedere anche alle necessità delle persone fragili e con disabilità.

Bisogna inoltre ricordare che tale esigua pensione di 290 euro, può essere percepita solo se non viene superata la soglia di reddito annua complessiva di circa 4600 euro. A questa erogazione accedono anche persone che non hanno altro reddito. Tale fascia di persona è stata doppiamente penalizzata dalla situazione drammatica che il paese attraversa, sia dal punto di vista assistenziale che sociale. Infatti molti tra loro, che avrebbero potuto essere avviati ed inseriti nel mondo lavorativo, si sono visti negare tale possibilità.

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Fonte ANMIC24

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