Che fine ha fatto il Progetto individuale per le persone con disabilità ?
Una recente sentenza del Consiglio di Stato, la numero 3181 del 2021, ha riportato l’attenzione sul cosiddetto Progetto individuale per le persone con disabilità. In questo caso particolare si fa riferimento al trattamento ABA che riguarda il piano terapeutico per i bambini con disturbo dello spettro autistico ma la questione coinvolge in maniera più generica anche il Progetto individuale per le persone con disabilità. Tale progetto è fissato dall’articolo 14 legge 208 del 2000.
“Secondo la sentenza – spiega il prof.Nazaro Pagano presidente nazionale ANMIC durante la trasmissione ANMIC Informa andata in onda su Radio ANMIC24 il 14 maggio – la progettualità sociale è ritenuta integrativa e non sostitutiva della progettualità riabilitativa sanitaria. E’ sancito un principio: l’ intervento di natura sociale non può sostituire quello che è un intervento di natura riabilitativa o sanitaria. In questo caso specifico Il Consiglio di Stato ha accolto le ragioni di una famiglia. Ha sanzionato i comportamenti omissivi delle amministrazioni preposte all’attuazione di un progetto riguardante il minore.
Diritto alla salute, all’istruzione e all’inclusione sociale
l diritto alla salute, all’istruzione e all’inclusione sociale sono previsti dalla Costituzione e dalla legge numero 18 del 2009 che riprende la Convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità.
Il legislatore auspicava che queste tre tematiche trovassero un unico coordinamento. Il tutto doveva convergere nel cosiddetto progetto globale tramite il quale potersi occupare della presa in carico della persona con disabilità. Questo invece non è mai accaduto.
Il caso Campania
“Analizziamo un caso specifico. La Regione Campania – spiega il prof.Nazaro Pagano presidente nazionale ANMIC- per la presa in carico globale integrata dei soggetti con disturbo dello spettro autistico nell’età evolutiva ha ritenuto di emanare una delibera. Si tratta della n.131 del 2021 che costituisce una illegittima compressione dei diritti cercando di tagliare la spesa. I bambini che oggi non saranno riabilitati saranno gli istituzionalizzati di domani. Il contrario di quello che chiede a gran voce la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.
Il problema del mancato coordinamento tra livello regionale e nazionale
“Non è possibile tagliare le spese. Comprimendo i diritti si rischia di comprimere il diritto alla salute, all’istruzione e all’inclusione sociale. Spesso – prosegue il prof.Nazaro Pagano presidente nazionale ANMIC -le leggi regionali contrastano quelle nazionali. E’ necessario quindi un coordinamento a livello centrale e oggi in presenza del PNRR si deve far chiarezza sulle competenze delle singole istituzioni. I cittadini non possono pagare sulla loro pelle queste differenze territoriali. Per questo ANMIC intende spingere affinché si vada verso la legge quadro sulla disabilità.”
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