Messaggio INPS 3495 | Una brutta storia a lieto fine
Tutto era iniziato con una interpretazione restrittiva della Corte di Cassazione. Il 14 ottobre scorso con il messaggio INPS 3495/2021 l’Istituto ha ritenuto di escludere dal beneficio dell’assegno mensile gli invalidi civili parziali (74%-99%). Chiunque quindi svolgesse una attività lavorativa precaria o parziale, ma comunque produttiva di reddito, non avrebbero più ricevuto l’assegno. Questo anche se il reddito era inferiore a quello che previsto e cioè euro 4.931,29 l’anno.
Il commento del presidente ANMIC Bari Michele Caradonna al messaggio INPS 3495
“E’ stata una doccia fredda. Il messaggio INPS 3495 ha gettato nel panico migliaia di invalidi parziali – spiega il presidente provinciale ANMIC Bari Michele Caradonna – l’INPS dopo la pronuncia della Corte di Cassazione è partito subito con questa azione restrittiva. Una cosa di una gravità inaudita. Tutte le belle parole spese per parlare di integrazione sociale e di integrazione lavorativa, di dignità delle persone con invalidità, si sono dimostrate per quello che erano, parole di circostanza. Chi era disoccupato o inoccupato, ma svolgeva una piccola attività lavorativa percependo un reddito bassissimo, si vedeva precludere la possibilità di percepire una prestazione economica già di per sé ridicola. Un assegno di soli 287 euro al mese. L’INPS quindi di punto in bianco puniva letteralmente chi svolgeva attività occasionali, precarie con un reddito inferiore a quello già previsto per la percezione dell’assegno di invalidità civile”.
Il ruolo di ANMIC contro il messaggio INPS 3495/2021
La vicenda, davvero grave da diversi punti di vista non è certo passata inosservata da parte di ANMIC.
“Subito dopo quel messaggio sconcertante il presidente nazionale di ANMIC il prof.Nazaro Pagano si è subito mosso per far sentire la nostra voce – prosegue il presidente provinciale ANMIC Bari Michele Caradonna – per fortuna non eravamo soli. Il ministro per la disabilità Erika Stefani e il ministro del lavoro Andrea Orlando ci hanno aiutato in questa battaglia assurda. Dopo le nostre proteste qualcosa si è mosso”.
La svolta con l’emendamento approvato il Senato
In Commissione al Senato è stato approvato l’emendamento presente nel decreto legislativo fiscale che ripristina l’assegno di invalidità INPS anche per chi lavora.
L’Istituto infatti ha rimediato al torto perpetrato ai danni di una categoria già fortemente penalizzata reintroducendo l’assegno.
Le conclusioni del presidente ANMIC Bari Michele Caradonna
“Una vittoria? – conclude il presidente provinciale ANMIC Bari Michele Caradonna – non del tutto. Restano i problemi mai risolti per questa categoria che continua a vivere con un reddito di 4.931,29 l’anno. Una miseria. Infatti è bene ricordare che se si supera quella soglia si decade ancora una volta dal beneficio dell’assegno. ANMIC infatti lotta da tempo contro questi limiti perchè è assurdo che chi ha una una disabilità dal 74% al 99% continui a percepire solo 287 euro al mese. Ma questa continuerà ad essere la nostra battaglia”.
preciso come sempre grazie a tutto lo staff anmic buon natale