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SMART WORKING PER I GENITORI CON FIGLI DISABILI

Ecco la novità: i lavoratori con figli con disabilità (sino a 12 anni) potranno usufruire dello smart working senza nessun limite di età.  

La rivoluzione riguarda l’attività lavorativa

Arriva una corsia preferenziale sul lavoro agile per caregivers e genitori di figli fino a 12 anni. Presentate le nuove misure per conciliare vita e lavoro, in particolare quelli di genitori con figli disabili. Si tratta del decreto legislativo di recepimento della direttiva UE 2019/1158. E’ relativa all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza approvato il 31 marzo scorso dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro Andrea Orlando.

Ad annunciarlo ufficialmente il ministro per le Disabilità Erika Stefani il quale ha anche chiarito che ai caregivers, si riconosce ora la stessa priorità dei lavoratori con figli con disabilità così come riporta l’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104. Dunque, si legge nel decreto, i datori di lavoro pubblici e privati che stipulano accordi per l’esecuzione della prestazione di lavoro in modalità agile. Sono tenuti in ogni caso a riconoscere priorità alle richieste formulate dalle lavoratrici e dai lavoratori con figli fino a dodici anni di età. O senza alcun limite di età nel caso di figli in condizioni di disabilità. La stessa priorità nell’accesso allo smart working è riconosciuta ai caregivers.

Smart working per i genitori con i figli disabili: un’importante rivoluzione

“La normativa non lascia spazio a dubbi – commenta soddisfatto Michele Caradonna, componente della Giunta Esecutiva Nazionale ANMIC – il rifiuto, l’opposizione o l’ostacolo alla richiesta di smart working è punito con la sanzione amministrativa da 516 a 2.582 euro”. Inoltre, il lavoratore che chiede di far valere i suoi diritti non può essere licenziato, trasferito o sottoposto ad altra misura organizzativa avente effetti negativi, diretti o indiretti, sulle condizioni di lavoro. Qualunque misura adottata in violazione del precedente periodo è da considerarsi ritorsiva o discriminatoria e, pertanto, nulla.

Cosa prevedeva il precedente smart working per disabili

Nel vecchio provvedimento che autorizzava lo smart working, infatti, la soglia era al quattordicesimo anno di età e al sedicesimo anno di età, ma era previsto un limite. Questo riguardava la tipologia di lavoro. Per l’autorizzazione era necessario che l’attività lavorativa potesse essere svolta da remoto. Inoltre la richiesta di smart working poteva essere fatta soltanto da un genitore, anche nel caso in cui uno dei due percepisse l’indennità di disoccupazione.

Una vera rivoluzione, quindi, in questo settore che mira a tutelare i disabili, soprattutto minori. Un nuovo passo avanti che, però, non deve far abbassare in alcun modo la guardia su quello che deve essere la corretta applicazione della legge 68/99″ conclude Michele Caradonna.

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